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Economia territoriale

Le tematiche dello sviluppo locale, dei sistemi territoriali di imprese, dei distretti industriali, caratterizzano da molti anni l’attività (di ricerca, di consulenza, editoriale) dell’Istituto. Ires Toscana si è confrontato con le questioni dei distretti industriali a partire dallo specifico della Toscana, (cfr. Franco Bortolotti, a cura di, “Il mosaico e il progetto. Lavoro, imprese, regolazione nei distretti industriali della Toscana”, Franco Angeli, Milano, 1994) sino dalla fine degli anni ’80 (cfr. F. Bortolotti, “Ipotesi sui distretti industriali toscani”, in “Il Ponte”, n. 5, 1989). Ha poi allargato la visuale alle tematiche dello sviluppo locale in generale (“Sviluppo locale e lavoro”, Ires Toscana Quaderni, n. 25/26, 1995). La metodologia di analisi dei distretti industriali, basata sul concetto di regolazione (cfr. “Il lavoro nel sistema di regolazione dell’economia toscana”, Ires Toscana Papers, n. 18, 1991), è stata poi estesa all’insieme delle forme di sviluppo locale basato su sistemi territoriali di piccola impresa (cfr. “Il mestiere e il sistema. Indagine su lavoro e innovazione nei sistemi territoriali di piccola impresa della Toscana”, Ires Toscana, Firenze, 1998). Quasi tutte le aree della Toscana sono state, sotto ottiche diverse, oggetto di analisi (più recentemente, la provincia di Pistoia, la Valdelsa senese, l’area metropolitana centrale). Anche aree extraregionali (Sicilia, Calabria) sono state oggetto di analisi con caratteristiche spiccatamente geografico-territoriali (“I sistemi locali della Sicilia”, Ires Toscana-Espi, Firenze-Palermo, 1993). Dal 2007 IRES Toscana ha sviluppato attività di analisi dello sviluppo regionale toscano basate sulla dimensione (interprovinciale) di “area vasta”, venendo incontro alle specifiche esigenze di introdurre questa unità di analisi provenienti da committenti quali Cgil Toscana e la stessa Regione Toscana (cfr. i rapporti sulle tre aree vaste della Regione, stesi nel 2008- 2009 per Cgil Toscana). Nel corso della sua attività l’Istituto ha messo a punto originali strumenti analitici, come la “rappresentazione logica del sistema economico” (cfr. “La rappresentazione logica del sistema economico del Valdarno Superiore”, Ires Toscana, Firenze, 1994), o come una specifica metodologia SWOT di analisi dei punti di forza e punti di debolezza basata sul contributo degli attori locali dello sviluppo.
Economia aziendale

Ires Toscana ha sviluppato numerosi studi di caso nei più svariati settori, puntando sulla integrazione di metodologie di analisi quantitativa (questionari, analisi di dati statistici) e qualitativa (interviste relative alle attività chiave). Fra le metodologie quantitative si segnala l’uso di un’apposita griglia per l’analisi di bilancio. Essa consente una rapida analisi dei bilanci aziendali ed una loro operativa riclassificazione. Dal punto di vista tematico l’Istituto è stato particolarmente impegnato sulle questioni dell’innovazione e del lavoro.

Nel percorso di ricerca abbiamo verificato la validità di due idee guida: a) è importante decifrare i segnali deboli dei processi innovativi, indipendentemente dalla loro portata quantitativa; b) è essenziale, nel corso dell’analisi d’impresa, affiancare alle tradizionali dimensioni del prodotto e del mercato, l’analisi del lavoro (entità, dislocazione, organizzazione e composizione), come risorsa distintiva e fondante dell’identità aziendale.

Ires Toscana ha predisposto diverse indagini mirate a costruire la mappa delle competenze presenti in insiemi e sistemi di aziende.

Casi di analisi aziendale sono “Henraux SpA, analisi della situazione aziendale”, Ires Toscana, Firenze, 2005 e “Le imprese Finmeccanica a Firenze: ricadute tecnologiche e territorio”, Edizioni Comune Network, 2007.
Inoltre, Ires Toscana ha partecipato con Irpet allo sviluppo dell’Osservatorio sulla Grande Impresa in Toscana. Alcuni risultati sono presenti nell’”Indagine conoscitiva sull’evoluzione delle strategie e sulla dinamica della forza lavoro in un campione di imprese leader toscane”, Irpet, Firenze, 2013, svolta per la Regione Toscana.

Analisi settoriale

Sono stati condotti studi di settore a dimensione locale, nazionale e, prevalentemente, regionale. L’Istituto studia prevalentemente i settori manifatturieri a forte radicamento locale (ad es. vetro, ceramica, sistema moda, meccanica, cantieristica, ma anche settori innovativi come i servizi alle imprese), senza escludere casi particolari caratterizzati da forti specificità, come quello della cooperazione (“L’evoluzione della struttura dell’occupazione nel sistema cooperativo toscano”, Regione Toscana, Unioncamere Toscana, Osservatorio Regionale sulla Cooperazione, Firenze, 2003), quello dell’artigianato (“I settori tipici e il radicamento territoriale dell’artigianato artistico e tradizionale in Toscana”, in “Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato: Le imprese dell’artigianato artistico e tradizionale in Toscana”, Firenze, Regione Toscana, 2001), quello del terzo settore (“Indagine sul terzo sistema nella provincia di Siena”, Ires Toscana, Firenze, 1999), quello delle public utilities (F. Bortolotti, E. Fabbri, “I nuovi assetti delle aziende public utilities”, in “Istituto per il Lavoro: Globalizzazione e strategie d’impresa e qualità della vita lavorativa. Profili di alcuni settori italiani”, FrancoAngeli, 2003) e quello dei servizi alla persona (F. Bortolotti, M. Batazzi, “I servizi al benessere e all’estetica delle persone nell’artigianato toscano”, Osservatorio Regionale sull’Artigianato Toscano, Firenze, 2006).

In alcuni casi si sono adottati criteri di riaggregazione dei bilanci su scala locale/settoriale, con risultati di notevole interesse. La fonte principale dei dati è rappresentata dagli archivi dell’Istituto e da quelli della ricerca “ufficiale” (Istat, Inps, Inail, anagrafi camerali, etc.), oltre che da questionari ad hoc somministrati in via diretta o telefonica ad aggregati di imprese.

Dal 2015 Ires Toscana collabora alla predisposizione dei rapporti annuali dell’Ebret (Ente Bilaterale Regionale dell’Artigianato Toscano), in particolare nelle parti riguardanti le esportazioni toscane, la demografia di impresa, l’occupazione, la rilevazione sulle aziende artigiane.

Analisi e programmazione dello sviluppo locale.

L’Istituto ha partecipato a numerose attività di programmazione promosse da enti pubblici, non solo in Toscana. Grazie ad una convergenza metodologica delle conoscenze maturate nel campo dell’analisi dello sviluppo locale e in quello del comportamento degli attori economici, si è svolta un’intensa attività di ricerca a supporto di progetti integrati di sviluppo, e anche alla redazione di documenti di indirizzo o di specifici progetti.

Ires Toscana ha collaborato con Irpet alla definizione di una nuova metodologia per la formazione dei Piani Locali di Sviluppo, che è stata applicata ad alcuni casi toscani (Mugello, Piombino-Val di Cornia, Valdarno Superiore, Empolese-Bassa Valdelsa).

Una particolare attenzione viene data all’analisi dei punti di forza e di debolezza dello sviluppo locale e all’interazione fra processo di programmazione e attori sociali e istituzionali locali.

Ires Toscana ha partecipato direttamente, negli anni Novanta, all’elaborazione di Piani Regionali di Sviluppo (Regione Toscana e Regione Siciliana). Tale partecipazione si è concretizzata nel supporto alla formazione e strutturazione dei tavoli tecnici di concertazione, nella stesura non solo di ricerche ma anche della metodologia generale del piano (cfr. G. Bianchi, “Programmare oggi”, Quaderni Ires Toscana, n. 11-12, 1993), e in particolare nella esplicitazione del ruolo degli interessi sociali organizzati, focalizzando nella concertazione, nei suoi limiti e potenzialità, un nodo cruciale dello sviluppo territoriale. In quel periodo l’Istituto ha contribuito anche alle ricerche preparatorie del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) (cfr. “Sistemi locali e reti territoriali. Metodologie e applicazioni al caso toscano”, in Regione Toscana Giunta Regionale, Dipartimento Politiche territoriali e ambientali. Area studi e valutazioni di politica di pianificazione strategica, Edizioni Regione Toscana, Firenze, 1998).

Nel 2003 Ires Toscana ha partecipato, con Irpet, ad attività di ricerca finalizzate alla stesura di specifici piani regionali, quali il PRAA (Piano Regionale di Azione Ambientale con l’obiettivo dell’individuazione delle aree di criticità ambientale), e il PRAM (Piano Regionale di Azione della Montagna), per il quale l’Istituto ha collaborato alla stesura dell’impalcatura complessiva.

La partecipazione ad attività di programmazione dello sviluppo locale è stata rielaborata attraverso confronti scientifici a vari livelli (ad es. G. Bianchi, R.J. Grote, S. Pieracci, “Dalla coesione economica alla coesione istituzionale. Sussidiarietà funzionale e reti socio-istituzionali nelle politiche regionali”, in G. Gorla, O. Vito Colonna, “Regioni e sviluppo: modelli, politiche e riforme”, FrancoAngeli, 1995; F. Bortolotti, “La costruzione dei piani locali di sviluppo”, in “Distretti industriali e sistemi economici locali. Programmazione negoziata e contrattazione dei fattori di sviluppo”, Ediesse, 2001).

Nel 2007 l’Istituto ha lavorato sulla percezione nelle istituzioni e nella società delle politiche regionali di e.government.

Nel 2009-2010 l’Istituto ha collaborato con la Regione Calabria alla stesura del Piano per l’internazionalizzazione dell’economia calabrese.

Economia dell’innovazione

E’ l’ambito disciplinare di alcuni studi volti ad analizzare lo specifico di processi di cambiamento e innovazione a livello di singole imprese o di settori, ma soprattutto nei sistemi di impresa, introducendo alcune dimensioni particolarmente significative quali l’innovazione formale (estetica e design) e il network nei processi innovativi.
L’innovazione formale in quanto specifica matrice della competitività delle imprese del “sistema moda” e del “sistema casa” è stata esplorata anche come dimensione teorica (“On the concept of formal innovation”, European Regional Science Association, 36th European Congress, Zurich, 26-30 Agosto 1996).

L’Istituto ha partecipato alle esperienze della Rete Regionale dell’Alta Tecnologia della Regione Toscana (“Innovazione e regolazione in Toscana”, in Regione Toscana, Giunta Regionale, “Rete regionale dell’Alta tecnologia. Progetto di fattibilità”, Firenze, 1996) e della Rete Regionale dell’Innovazione Formale (contributi in “Innovazione formale. Progetto di fattibilità della Rete Regionale dell’Innovazione formale”, Regione Toscana, Centro Studi Giovanni Klaus Koenig, Scuola di Specializzazione di Disegno Industriale, ISIA, Firenze, 2000).

Ires Toscana ha anche condotto attività di ricerca sul rapporto fra innovazione e lavoro, sulle trasformazioni del lavoro indotte dall’innovazione tecnologica (cfr. ad es. V. Bertini, “Il caso Perini. Innovazione e lavoro in una media azienda leader”, FrancoAngeli, 1989).

Ires Toscana ha lavorato per l’agenzia Firenze Tecnologia sul settore pellettiero fiorentino (Bortolotti, Batazzi, SImoni, Quale innovazione nel settore pelle”, FrancoAngeli, Milano 2005) con l’obiettivo di assestare una metodologia di analisi e di osservatorio per l’esame dei processi di innovazione tecnologica all’interno di sistemi di impresa localizzati.

Negli ultimi anni Ires Toscana ha svolto diversi lavori, nell’ambito del DOCUP, e poi del POR – CREO, di analisi del sistema del trasferimento tecnologico, ed in particolare della valutazione dei centri di servizio (cfr. i rapporti RECTITT e COMETA pubblicati per la Regione Toscana nel 2009), ed ha sviluppato analisi relative al rapporto fra lavoro, digitalizzazione dell’economia, tematiche di “Industria 4.0”

Analisi dei sistemi di regolazione.

Con riferimento all’impostazione teorica della “école de la regulation”, è questo il quadro concettuale più generale all’interno del quale vengono analizzati i processi di cambiamento e di ristrutturazione dei sistemi produttivi. L’Istituto offre il suo originale approccio nello sviluppare l’analisi regolativa al livello del territorio e non solo del quadro macro nazionale.

Si assume, nell’ottica regolazionista, che i processi di sviluppo economico siano realmente comprensibili non se presi nella loro individualità (attraverso l’analisi di variabili macroeconomiche, o attraverso il comportamento di singoli agenti rappresentativi dell’insieme degli agenti economici), ma solo in rapporto alle istituzioni che partecipano alla regolazione della vita economica.

Si ipotizza che un sistema di regolazione sia identificabile non solo a livello di sistema nazionale, ma anche a livello regionale/locale. Il sistema di regolazione costituisce il “governo” del sistema non in senso statalistico-istituzionale, ma come insieme dei meccanismi decisionali e operativi attinenti le varie sfere – anzitutto quella economica – incidenti su di un sistema locale. Il sistema di regolazione individua ciò che rende strutturalmente differenti le performances di diversi sistemi (anche regionali/locali). Anche altri concetti “regolazionisti” (forme istituzionali, rapporto salariale, regime di accumulazione) sono stati via via adottati e approfonditi nel corso delle analisi dell’istituto (si veda in particolare “La regolazione del lavoro in Toscana. Fra tradizione e innovazione”, Ires Toscana Quaderni, n. 33, 2002).

In questo ambito sono state utilizzate anche metodologie di analisi di rete (network analysis) per osservare l’interazione degli interessi sociali organizzati con le politiche di sviluppo territoriale.

Economia dello sviluppo sostenibile

Ires Toscana ha collaborato ad attività di ricerca e programmazione centrate sulle questioni dello sviluppo sostenibile, in particolare considerando la dimensione territoriale dell’impatto ambientale delle produzioni inquinanti ed in generale le relazioni fra sviluppo dei sistemi locali e ambiente, nonché svolgendo analisi mirate a individuare ipotesi di sviluppo locale fondato sulle risorse del territorio. Inoltre sono state condotte indagini sulla dimensione del rischio infortunistico nei vari territori e settori economici. Fin dagli ultimi anni Ottanta Ires Toscana ha sviluppato capacità e metodologie mirate all’analisi delle condizioni di sostenibilità, a partire dalla concreta conoscenza delle aziende operanti sul territorio (si vedano le ricerche contenute in Falqui E., a cura di, “Il polo in fumo. L’area chimica apuana dalle origini al caso Farmoplant, alle alternative possibili”, Guerini e associati, Milano, 1988. Nel 2015-2016 si è esplorata la dimensione delle aziende “verdi” e dei green jobs in Toscana (“Egrejob. Skills for a green economy in Toscana. A case study for green jobs: focus on green building”, Enpi Cbc Mediterranean Sea basin Programme, Regione Toscana, Firenze, 2015).

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