IL RAPPORTO OCSE E L’ITALIA DEI DIVARI

Education at a Glance 2024

Education at a Glance è un documento OCSE dell’istruzione nel mondo. L’edizione del 2024 si concentra sull’equità nell’istruzione , fornendo indicatori sulle lacune nei risultati educativi e discutendo l’effetto del conseguimento dell’istruzione sui risultati del mercato del lavoro.

Nel rapporto emerge anche come l’Italia continui a investire poco (e male). Investiamo infatti il 4,0% del prodotto interno lordo nell’istruzione contro il 4,9% della media Ocse. In media nei paesi membri dell’organizzazione la quota del Pil dedicata agli istituti scolastici (dai livelli primario a quello terziario) è rimasta sostanzialmente stabile, al 4,9% nel 2015 e nel 2021. L’Italia è tra i paesi in cui la spesa come quota del pil è rimasta pressoché costante al 4%.

Ma in tema di equità è soprattutto il divario di genere quello che continua a mostrare tutta la sua evidenza. Un divario da leggere nei due sensi. In tema di istruzione, formazione, titoli di studio sono le ragazze di età compresa tra i 25 e i 34 anni ad avere la maggiore probabilità rispetto ai loro coetanei maschi di ottenere una laurea (54% a 41%). Il gap si inverte quando si parla di lavoro e salari. Le donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni, infatti, hanno meno probabilità di essere occupate rispetto agli uomini; il divario è generalmente più ampio per coloro che hanno un livello di istruzione inferiore a quello secondario superiore, più ristretto per coloro che hanno conseguito una laurea. La situazione è diversa nei vari paesi. In media nei Paesi Ocse le donne guadagnano il 17 per cento in meno dei loro coetanei, ma in Italia questo divario raggiunge il 58%.

Oltre al divario di genere il rapporto mette in luce anche il divario che possiamo definire con tranquillità “di classe”. Non soltanto i bambini provenienti da famiglie svantaggiate hanno minore possibilità di accedere alle scuole per l’infanzia (16% in meno), ma hanno minore possibilità di accedere ai livelli di istruzione superiore. Le analisi confermano che oltre il 69% deilaureati in Italia, giovani e adutli (25-64 anni) hanno almeno un genitore con un titolo di studio terziario, ovvero una laurea e equivalente.

 Più positiva la situazione dei NEET in Italia: la percentuale media di giovani tra i 20 e i 24 anni che non hanno un lavoro né seguono un percorso di istruzione o formazione è diminuita dal 32% al 21% tra il 2016 e il 2023. La quota di giovani di età compresa fra i 25 e i 34 anni senza titolo di studio secondario superiore è diminuita di 6 punti percentuali dal 2016 e ha raggiunto il 20% nel 2023, ma rimane comunque al di sopra della media Ocse del 14%.

QUESTO IL RAPPORTO:

https://www.oecd.org/en/publications/education-at-a-glance-2024_c00cad36-en.html

 

 

 

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